Le Big Bench dei Colli Tortonesi, Casasco e Pozzol Groppo
- Fabio
- 13 gen 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 12 mar
Tra campi di lavanda e vigneti ancora a riposo.

Da Salice Terme verso Casasco e il suo osservatorio passando per Pozzol Groppo e il suo castello.
Il racconto
Vi voglio raccontare in questo articolo un itinerario non lontano da casa che sconfina in Piemonte sui colli tortonesi dove sono state collocate due Big Bench, quella di Casasco e di Pozzol Groppo, con un panorama spettacolare sulla pianura Padana e su tutto l'arco alpino. Un itinerario che ho avuto la fortuna di percorrere in una giornata di gennaio con l'aria frizzante e pulita e un cielo terso che mi ha permesso di avere una visione a 360 gradi dal Monviso al Monte Rosa fino alle cime più alte dell'Oltrepò come il Monte Penice, il Lesima e il Monte Giarolo.

Punto di partenza Salice Terme in direzione di Pozzol Groppo per la strada secondaria che comincia appena dopo il parco delle Terme. Prima tappa dopo pochi chilometri la Rocca di Montalfeo. Il castello è posto a 350 metri di altezza e, insieme al castello di Nazzano, controllava in passato il passaggio sulla via del sale lombarda e l'accesso al mare. Appartenne ai Malaspina prima, in seguito ai Visconti ed oggi alla famiglia Faravelli che dopo una serie di interventi di restauro del secolo scorso lo adibisce a location per eventi e cerimonie. Peccato non sia visitabile all'interno, potete ammirare dal cancello d'ingresso il mastio, la torretta a se stante e il bellissimo giardino digradante all'italiana.

Poco dopo la Rocca svoltiamo bruscamente a destra e iniziamo a salire tra i campi di lavanda dell'azienda Cabanon prima e di Cascina Costanza poco oltre, oltrepassiamo l'Agriturismo Casa Tui e ci troviamo nel comune di Pozzol Groppo. A questo punto la Panchina Gigante 172 è comodamente raggiungibile in macchina se si seguono le indicazioni per la Val Curone, vi consiglio però prima una deviazione verso sinistra in direzione del Castello di Pozzol Groppo. Posto su un'altura tra la Valle Staffora e la Val Curone a 520 metri di altezza fu rinnovato dalla famiglia Malaspina nel XVI secolo, l'edificio spicca per le sue tre torri merlate ma purtroppo anch'esso essendo privato non è visitabile, un vero peccato!

L'obiettivo però era la Big Bench e quindi, vista la bella giornata, decido di lasciare l'auto nel parcheggio del cimitero del paese e di percorrere a piedi il tratto di strada che mi separa dalla panchina con il tiepido sole che oltre a riscaldarmi rende i colori circostanti ancora più accesi compresi i campi insolitamente verdi in questa stagione dell'anno. Per chi invece non volesse camminare è possibile arrivare in auto direttamente alla panchina.

L'area, molto ben tenuta, è circondata da una staccionata in legno e da diversi vasi di fiori che rendono il tutto molto ordinato, di colore blu e giallo rispecchia proprio il colore del cielo e di parte della vegetazione circostante. La vista spazia su tutta la pianura fino all'arco alpino, dalle Alpi Marittime fino alle cime lombarde passando dal Monviso e dal Monte Rosa, veramente uno spettacolo. Dopo una breve sosta e le fotografie di rito ripercorro la stessa strada per ritornare alla macchina.

Avendo ancora un po' di tempo a disposizione decido così di proseguire verso la Val Curone e andare alla scoperta anche della seconda panchina gigante, la numero 129 di Casasco. Non è molto lontana e per raggiungerla bastano 15/20 minuti di auto. Dopo aver lasciato la valle principale svoltando verso destra ci si inerpica su strette stradine secondarie che passano a fianco all'osservatorio astronomico di Casasco e permettono poi di fare un circuito circolare per ridiscendere verso valle.

La panchina è ben visibile dalla strada e molto semplice da raggiungere facendo quattro passi nei prati. Di colore rosso e blu è posizionata su una collina chiamata Monte Taboro ed è orientata verso la Val Curone e i paesi del tortonese tra cui proprio Casasco di fronte a lei. In una giornata limpida come questa anche da qui sono ben visibili la pianura e sullo sfondo le Alpi.

In conclusione direi che si tratta di un itinerario che consiglio a tutti, sia a chi vuole camminare un poco direttamente su strade pochissimo trafficate, sia a chi vuole raggiungere le due panchine in auto. Bellissimi i panorami a 360 gradi dalle Alpi alle vette dell'Appennino, da provare anche in qualche giornata nebbiosa che data l'altezza delle due panchine sicuramente garantirebbe la vista della coltre bianca dall'alto. Inoltre troverete diverse aziende agrituristiche dove acquistare del buon vino o pranzare con prodotti e piatti tipici del luogo.
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